Chi devasta boschi secolari sperperando denaro pubblico per un’inutile pista da bob ha piena libertà di manovra.
Chi difende lo stesso bosco e prova a evitare scempi e spese inutili, colorando e decorando con una breve innocua scritta un pilone d’acciaio di un impianto a fune (peraltro altra opera ad elevato impatto ambientale e paesaggistico), viene condannato come pericoloso criminale.
Questa la morale della vicenda che ha per vittima della repressione Alberto Peruffo, alpinista, ambientalista, compagno vicentino, per una scritta fatta nei giorni in cui iniziava il taglio del lariceto di Ronco a Cortina.
E’ il primo provvedimento che colpisce attivistə mobilitati contro le opere e l’impatto sui territori delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. A lui tutta la nostra solidarietà e la piena complicità nella lotta.
Non saranno certo le spinte repressive a fermare le iniziative e le mobilitazioni per aprire crepe nell’immaginario e nelle conseguenze reali che i Giochi 2026, hanno e avranno a Milano, come nelle valli alpine.
Non ci fermerà il DDL 1660 che inasprisce repressione e pene, in particolare nei confronti delle lotte ambientali e contro le grandi opere così come nei confronti di chi, senza un tetto e senza possibilità di accesso all’offerta abitativa, occupa case sfitte, per necessità.
Ci vediamo nelle strade e sulle montagne!