La macchina del consenso verso le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 fa leva anche sullo stereotipo per eccellenza dei grandi eventi: la presunta creazione di posti di lavoro – oltre 22mila nella sola Lombardia, dicono i report delle università meneghine, “arruolate” nella narrazione a favore dei Giochi.
Peccato che l’illustre precedente di Torino 2006 dice tutt’altro: dopo il ricorso massiccio al volontariato nel periodo dell’evento (ma d’altronde, do you remember Expo 2015?), deficit record dopo l’evento che ha compromesso i bilanci pubblici fino a oggi; aumento drastico della disoccupazione; abbandono delle strutture, senza nessun lascito nemmeno nel settore sportivo.
Rispetto a Milano-Cortina cosa possiamo aspettarci?
Immaginiamo allora altro: il 60% delle scuole italiane non ha una palestra, il 52% nella “ricca” Lombardia che ospita il mega-evento sportivo; le strutture sportive di prossimità sono in chiusura o in via di privatizzazione, uccidendo di fatto i servizi e l’accesso di base allo sport per tutt*; al tempo stesso, le Olimpiadi accelerano il consumo di suolo, in città e nelle province, mentre garantiscono la costruzione di nuovi impianti di risalita su terre alte già compromesse da un modello di turismo tossico e insostenibile.
Rilanciamo chiedendo che i quasi 4 miliardi di risorse pubbliche attualmente previsti per le Olimpiadi vengano utilizzati per:
Fermiamo il lavoro gratuito a beneficio di privati e grandi eventi!
Fermiamo il lavoro!